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al testo di Alfredo Rienzi
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La luna e il lampione si guardarono sempre con sospetto e muta diffidenza nella decade stentata in cui resistettero il ferro e il filo di tungsteno appena caldo alla misura che ruggina e spegne.
Il giallo lampeggiante del passaggio zebrato esasperava l’isteria del tempo.
Alfa Eridani, dal carnoso nome di ierofante, appena intraveduta a magnitudine settima o ottava inavvertitamente trasmetteva a questi vicoli fotismi inquieti, categorie intermedie tra tacita memoria e oblio del fiat Lux.
da Cutodi ed invasori, Mimesis-Hebenon, 2005 |
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